Ha guardato l’umiltà della sua serva, dice il canto della giovanissima Maria in casa di Elisabetta. Carlo Maria Martini ci disse che umiltà si potrebbe anche tradurre con umiliazione.
L’incontro di Maria con Elisabetta fa capire a Maria che è tutto vero. Vedere quella donna al sesto mese di gravidanza l’aiuta a credere che l’angelo non è stato un sogno e che la propria gravidanza è possibile e reale. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Le parole di Elisabetta la confortano e la fanno sentire improvvisamente capita e anche di più: stimata per quello che le è capitato e per la scelta che ha fatto.
Nulla infatti è più umiliante che fare qualcosa per servire il Signore, o perlomeno la propria coscienza, e sentirsi giudicati o circondati da un silenzio di disistima. Ecco perché aveva raggiunto in fretta Elisabetta, per avere almeno una persona, un cuore oltre al proprio che le dicesse che faceva bene a continuare. Nel frattempo Giuseppe viveva il suo personale percorso e giungerà ad accogliere Maria come sposa. Presto Elisabetta non sarà l’unica a stimare Maria…. https://lalocandadellaparola.com/2023/12/22/con-te/